In Italia, l’inserimento al nido o asilo del bambino avviene in maniera graduale, per fare in modo che il piccolo non soffra del distacco improvviso dai genitori. Solitamente, la prima fase dell’inserimento ha una durata di circa due settimane, fino poi a lasciare il bambino insieme ai coetanei e al personale educativo.
Inserimento al nido
Al contrario di quanto avviene nel nord Europa, in paesi come la Svezia, ad esempio, dove l’inserimento dura tre giorni, nel nostro Paese ha una durata di due settimane. In questo modo si cerca di far abituare il bambino a cambiare totalmente le sue abitudini e a non soffrire del distacco da mamma e papà in maniera repentina, ma gradualmente. In altri paesi, invece, il nuovo metodo prevede che la prima fase che precede il distacco duri tre giorni. Ciò significa che il genitore resta insieme al bambino per 3 giorni, tutto il giorno, svolgendo insieme a lui le varie attività, prima di lasciare che si affidi al personale educativo e alla sola compagnia dei coetanei. In Italia, al contrario, l’inserimento avviene gradualmente, due settimane circa. L’ingresso al nido è la prima separazione tra genitori e bambino, per cui si tratta di un distacco importante. E’ la prima fondamentale tappa nella crescita del bambino. Non avviene in modo brusco, ma nell’arco di due settimane, durante le quali il genitore resta accanto al piccolo in classe, al fine di farlo adattare. Nei primi giorni resta con lui qualche ora, pian piano poi comincia ad assentarsi sempre più, fino a completo distacco, lasciandolo con l’educatrice.
Consigli per un buon inserimento
Prima di lasciare il bambino al nido per allontanarsi definitivamente da lui, si dovrebbe prestare attenzione ad alcuni step importanti, per evitare che risulti per lui traumatico. Ad esempio, nel momento in cui si va via, bisogna essere molto forti e non lasciarsi impietosire dal suo pianto. Quasi sicuramente, le prime volte che vedrà la mamma o il papà andare via, scoppierà in lacrime, è del tutto normale. Se lo si lascia da solo, dopo pochi minuti, il bambino si dimenticherà dei genitori e comincerà a giocare con gli altri coetanei. Tuttavia, prima di andare via bisogna sempre tranquillizzarlo, dicendogli che presto la mamma tornerà a prenderlo. L’inserimento al nido o all’asilo graduale serve in qualche modo anche ai genitori perché non sentano il distacco come un problema e un trauma anche per loro. Ecco perché è fondamentale lasciare il piccolo, un po’ per volta.
Come scegliere il nido più adatto
La scelta del nido o asilo al quale affidare il bambino è chiaramente un passo molto importante. Potersi accertare dell’effettiva qualità dei servizi offerti e della professionalità e competenze del personale educativo è la prima cosa importante da valutare. L’asilo nido è un fondamentale servizio socio-educativo e non va assolutamente considerato come una sorta di parcheggio dove lasciare il bambino nell’attesa che mamma e papà vadano a riprenderlo. Rappresenta, al contrario, una risorsa preziosa per il bambino, così come un valido supporto nell’educazione fornita anche dai genitori. E’ il primo fondamentale passaggio dall’ambiente familiare a quello sociale che il bambino si trova a vivere. Un fattore importante di cui tener conto è anche il livello qualitativo delle cure che il personale educativo riserva al bambino, in risposta alle sue specifiche esigenze.