Crescono sempre di più, tra i giovani, la noia e i fenomeni di vandalismo a scuola. Secondo quanto stimato da recenti dati, si tratta di una situazione in forte crescita. Gli atti vandalici attuati dagli adolescenti tra i 14 e i 19 anni, sono in costante aumento.
Vandalismo a scuola
A rapido e crescente aumento di fenomeni di devianza giovanile, ci si sente spesso disarmati, incapaci di agire. Tutto questo, in realtà, prima ancora di comprendere cosa sia opportuno fare, dovrebbe far riflettere sulle possibili cause alla base della situazione. L’allarme è già scattato da tempo, ma come spesso accade, si è preferito tamponare con rimedi volti a risolvere nell’immediato la situazione. Si è evitato di analizzare a fondo quelle che potrebbero essere le ragioni scatenanti di un disagio prima di tutto sociale e poi psicologico. I danni della devianza giovanile hanno un costo notevole, non solo in termini sociali, ma anche e soprattutto in fatto di benessere e qualità della vita.
Non vi sono dei colpevoli, o non possono essere indicati nei comportamenti dei giovani a scuola, sarebbe troppo semplice. Più difficile, invece, resta l’analisi profonda e attenta di una società in più direzioni incapace di contenere tali disagi nei giovani. Sempre più ragazzi vivono facendo danni ad altri, oltre che a se stessi, fino a quando non giungono agli onori della cronaca per situazioni ormai irrecuperabili. Troppo semplicistico scaricare ogni responsabilità sulla moderna tecnologia. Non è senza dubbio questo il vero problema alla base di una situazione divenuta ormai incontenibile.
La violenza e il vandalismo non possono essere attribuite all’uso di videogiochi. Sono ragazzi che non riconoscono regole, senso morale,ma ancor peggio non hanno il senso e la misura di se stessi.
Sono sempre più spesso ragazzi abbandonati a loro stessi, poiché figli di una generazione di genitori troppo impegnati a fare altro, ciechi dinanzi ai disagi esistenziali e sociali dei loro figli.
Ecco allora che il primo vero passo nella direzione di una soluzione vera del problema deve giungere proprio dalle famiglie. La cosa fondamentale da cui partire è quella di comprendere il vero ruolo di genitore. Se un figlio non riconosce un genitore nel suo ruolo primario, non sarà in grado, con il tempo, di riconoscere alcun altro ruolo nella società. Sia esso un insegnante, un’autorità e un limite. E’ esattamente dalla famiglia che bisognerebbe ripartire, per ricostruire una società più sana ed equilibrata, in grado di riconoscere ruoli e regole di pacifica convivenza.