Studi recenti mettono in evidenza il legame esistente tra dieta chetogenica e l’epilessia. Da alcuni è ritenuta, appunto, un metodo molto efficace non solo per il dimagrimento fisico, ma anche per avere effetti importanti nel controllo degli attacchi di epilessia in pazienti pediatrici.
Dieta chetogenica e l’epilessia
Il punto focale sul quale si basa la dieta chetogenica è proprio la capacità del nostro organismo di utilizzare efficacemente le riserve lipidiche, nel momento in cui le riserve di carboidrati sono particolarmente ridotte. Si vengono così ad attivare dei meccanismi fisiologici tali da ridurre l’eventuale uso di proteine ad uso energetico. In questo modo, si protegge la massa magra e si riduce considerevolmente il senso di fame.
La dieta chetogenica quindi si fonda sulla riduzione di carboidrati alimentari, per cui il corpo produce in modo autonomo il glucosio necessario, aumentando il consumo energetico dei grassi presenti nel tessuto adiposo. In ambito clinico il primo utilizzo di questa dieta venne introdotto per controllare attacchi in pazienti pediatrici colpiti da epilessia, che non poteva essere trattata con i farmaci allora disponibili. Tuttavia, l’uso di questa particolare dieta è ritornato alla ribalta negli anni 90.
Tutti i benefici contro le malattie neurodegenerative
La diffusione della dieta chetogenica è tornata preponderante, in seguito alla comparsa sul mercato di tutta una serie di diete a basso apporto di carboidrati, per lo più fai da te. La comunità scientifica mette in guardia da un uso privo di controllo medico di tali diete a basso consumo di carboidrati, perché potrebbero arrecare danni seri alla salute.
Recentemente, questo particolare tipo di dieta è stato riproposto, questa volta dai medici, poiché, oltre a essere utile nel trattamento dell’obesità, si è dimostrato efficace nella cura di particolari patologie e forme tumorali. In modo specifico, la dieta chetogenica si è rivelata utile nel trattamento di disturbi neurologici importanti come la patologie neurodegenerative dell’ Alzheimer, il Parkinson, oltre all’epilessia in età pediatrica.
Controindicazioni della dieta chetogenica
La dieta chetogenica mostra però anche alcuni aspetti da tenere sotto controllo, per evitare che comporti danni all’organismo. Bisogna, infatti, prestare attenzione ai livelli dei corpi chetonici presenti nel sangue, quali ad esempio un aumento della filtrazione renale e della diuresi, la tendenza alla disidratazione, nonché il possibile effetto tossico che questi possono avere sui reni.
E’ altresì importante prestare attenzione a un’eventuale ipoglicemia o ipotensione. L’organismo potrebbe anche non riuscire ad adattarsi alla dieta chetogenica per cui, all’incirca dopo tre giorni dalla sua adozione, si possono avvertire frequenti mal di testa, un eccessivo affaticamento, vertigini, nausea e irritabilità.
I soggetti più sensibili potrebbero anche perdere i sensi, avere dei crampi muscolari, fenomeni di stipsi e sensazione di forte tachicardia. Solitamente, accresce il carico di lavoro del fegato e se si svolge un’intensa attività motoria, potrebbe verificarsi un catabolismo muscolare. Questo perché si tratta, in ogni caso, di una dieta che limita l’assunzione di alcuni nutrienti importanti per l’organismo.
La dieta chetogenica, inoltre, non va adottata da soggetti che abbiano dei disturbi del comportamento alimentare, i diabetici, le donne in gravidanza e coloro che siano affetti da altre patologie epatiche o renali.
Dieta chetogenica nei bambini
Nei bambini e nei soggetti giovani affetti da epilessia, l’alimentazione contribuisce a favorire una condizione di benessere. Una dieta ricca di grassi e povera di carboidrati, come quella chetogenica, produce effetti positivi sull’attività dei neuroni cerebrali, soprattutto in quei casi in cui, la cura farmacologica si rivela meno efficace.
Gli studi condotti hanno rivelato come, la condizione di digiuno previene la frequenza e l’entità delle crisi epilettiche. Questo è dovuto al fatto che nel digiuno l’organismo produce in maggior misura i corpi chetonici che interferiscono con l’attività di alcune aree cerebrali, controllando le scariche elettriche causa dell’epilessia stessa. La dieta chetogenica, infatti, è stata rivalutata come trattamento coadiuvante nell’epilessia infantile, stabilendo che il 90 per cento dell’alimentazione sia formata da grassi, il 7 per cento da proteine e solo il 3 per cento da glucidi.
Dieta chetogenica negli adulti
La dieta chetogenica si fonda su uno schema nutrizionale con un ridotto contenuto di calorie, una bassa percentuale di carboidrati e un elevato apporto di proteine. In tale dieta, seguita da un soggetto adulto, ci deve essere un elevato contenuto, in termini percentuali, di lipidi. Chiaramente, prima di intraprendere tale dieta, è opportuno rivolgersi al proprio medico per avere un consulto specialistico.
Epilessia, alimenti da evitare
E’ stato comprovato come la dieta chetogenica aiuti a controllare le manifestazioni epilettiche in età pediatrica e infantile. Chiaramente, si ricorre a tale dieta solo nei casi in cui il bambino non dovesse rispondere alla terapia farmacologica ed esclusivamente sotto stretta osservazione medica. Gli alimenti da evitare per giungere allo stato di chetosi, sono tutti quelli che contengono carboidrati. Si dovranno così assumere carne, pesce, uova, formaggi, grassi e oli da condimento e ortaggi.
Saranno da evitare i cereali, patate e derivati, i legumi, la frutta, le bevande dolci, la birra e i vari dolciumi. L’assunzione dei carboidrati dovrà essere inferiore o uguale a 50 g al giorno, suddivisa in tre porzioni, ognuna da 20 g.