Mononucleosi, sintomi e cause

La mononucleosi è una patologia virale di natura sistemica che attacca l’organismo dopo che ne sia stato contagiato. Questo particolare virus sceglie come canale di trasmissione la saliva, ecco perché, solitamente, è anche indicato con la definizione di “malattia del bacio”. I sintomi non si manifestano sin da subito, ma possono restare latenti anche a lungo dopo il contagio. Vediamo come si interviene.

Mononucleosi

La mononucleosi di origine infettiva, più comunemente è indicata come malattia del bacio. Si tratta di una patologia virale fortemente contagiosa, la cui causa si ritrova nell’azione di un pericoloso virus, Epstein-Barr. Possono essere contagiati soggetti di qualunque età, sia adulti, sia bambini o adolescenti. Non è semplice adottare subito delle misure di intervento, non solo perché è un disturbo di origine virale, ma anche per via del fatto che i sintomi non sono immediatamente evidenti.

Sintomi e cause

Tra i sintomi più evidenti nei casi di contagio da mononucleosi, quelli più caratteristici sono il mal di gola, la febbre elevata, l’eccessiva stanchezza e spossatezza negli arti, i linfonodi particolarmente ingrossati. Generalmente, queste manifestazioni, dopo circa tre settimane, tendono a scomparire soprattutto nei bambini. Mentre negli adulti questi sintomi possono durare anche dei mesi. E’ un virus che si trasmette attraverso la saliva. Per essere diagnosticato, bisogna eseguire un esame del sangue specifico.

La causa principale della mononucleosi è data dal virus di Epstein-Barr, che fa parte del ceppo degli Herpes Virus. I bambini possono esserne contagiati portando alla bocca dei giocattoli contaminati. Il virus di Epstein-Barr può anche diffondersi attraverso il sangue e lo sperma, ma anche con trasfusioni e trapianti d’organi.

Non è una patologia particolarmente grave. Gran parte dei soggetti adulti esposti a tale virus, ha sviluppato gli anticorpi senza manifestare alcuna conseguenza. In alcuni casi il virus potrebbe anche essere asintomatico. Coloro che possono essere portatori del virus senza manifestarne i sintomi, vengono definiti “portatori sani”.

Alcuni soggetti possono diffondere il virus attraverso la saliva per mesi anche successivamente alla guarigione senza manifestare i sintomi, in quanto, il virus resta inattivo nel corpo per il resto della vita dopo il contagio.

Conseguenze della malattia

In gran parte dei casi, la mononucleosi si contrae solo una volta nella vita, per poi rendere il soggetto immune. Vi sono, tuttavia, rari casi in cui, i sintomi possono manifestarsi nuovamente anche dopo mesi o anche anni. Nella maggioranza dei casi, il virus non comporta particolari conseguenze in seguito a guarigione, al di là del fatto che potrebbe manifestarsi in alcuni soggetti.

Raramente, però, la mononucleosi porta ad una grave conseguenza, nota come infezione EBV cronica, che si caratterizza per una malattia persistente oltre sei mesi dopo la diagnosi. La cosa più indicata da fare, nel momento in cui si notano i sintomi che potrebbero far pensare ad un contagio da mononucleosi, sarebbe quello di eseguire un esame dei valori del sangue. Va ricordato come anche altre patologie mostrano gli stessi sintomi, come l’epatite o la toxoplasmosi.

Tra le maggiori conseguenze del contagio, si è riscontrato una riduzione dei globuli rossi, con anemia, oppure di globuli bianchi, che potrebbe portare a sviluppare un’infezione secondaria, delle piastrine con comparsi di lividi. Solitamente, il tutto tende a risolversi nel giro di qualche settimana.

Attenzione però, al fatto che in alcuni soggetti, l’infezione porta ad un ingrossamento della milza, il che potrebbe essere rischioso in caso di rottura della milza. In rarissimi casi, il virus può influenzare il sistema nervoso e scatenare la cosiddetta sindrome di Guillain-Barré, dove i nervi si infiammano e si verifica una paralisi temporanea, così come anche la paralisi di Bell, dove i muscoli da un lato del viso diventano paralizzati.

Come curare la mononucleosi

Non vi è una specifica terapia per curare la mononucleosi infettiva. Il trattamento fondamentale da seguire sarà l’osservanza di un periodo di riposo e il reintegro dei liquidi persi. Bisogna, inoltre, evitare gli alcolici, poiché rischiano di danneggiare un fegato già debole per l’infezione. Gli antibiotici non hanno alcun effetto sui virus, ma si prescrivono nei casi di infezione batterica della gola o dei polmoni. Solitamente, viene prescritto un ciclo di cortisonici, soprattutto in caso di difficoltà respiratorie o se si dovesse manifestare una forte anemia, con carenza di globuli rossi.

Mononucleosi nei bambini

Nei bambini molto piccoli, il contagio di solito, avviene attraverso lo scambio di giocattoli contaminati che i bambini tendono a mettere in bocca. Generalmente, l’infezione, che in gran parte dei casi è asintomatica o con fastidi lievi, si risolve in una settimana e tutto ciò che bisogna fare è stare a riposo. Tuttavia, sarà il medico ad indicare la terapia migliore da seguire in riferimento al singolo caso.

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