Battezzare: quando farlo e perché

Il battesimo è il primo dei sette sacramenti della religione Cristiana. E’ proprio con questo sacramento che un cristiano fa il suo ingresso nella Chiesa, come fedele. Nella Bibbia il battesimo viene paragonato alla sepoltura, poiché, prendendo il sacramento, il fedele inizia una nuova vita, liberato dal peccato originale.

Il termine deriva da una parola greca che significa “immergere nell’acqua” ed è infatti proprio così che, simbolicamente, avviene il rito di questo sacramento.

Perché battezzare

Sui motivi che portano i genitori a battezzare il proprio figlio, potremmo discuterne a lungo. Certamente non basterebbe un articolo! Vogliamo dunque limitarci a spiegare perché si battezza e si dovrebbe battezzare, secondo gli esponenti della Chiesa Cattolica.

Qualche tempo fa, fu proprio Papa Benedetto XVI a formulare una risposta a questo quesito. Secondo l’ecclesiastico, incalzato dalla domanda se fosse giusto o meno imporre un sacramento a un bambino senza il suo consenso, egli rispose:

“La vita stessa ci viene data senza consenso previo […]. E’ possibile e giusto donare la vita soltanto se, con la vita, possiamo dare anche la garanzia che la vita stessa, con tutti i problemi del mondo, sia buona, che sia bene vivere […] che sia protetta da Dio e che sia un vero dono. Solo l’anticipazione del senso giustifica l’anticipazione della vita. E perciò il battesimo, come garanzia del bene di Dio […] giustifica anche l’anticipazione della vita”.

Ecco dunque la motivazione della Chiesa Cattolica in risposta alle critiche mosse dalla comunità atea che, al contrario, considera il Battesimo come privazione della libertà. Per un genitore cristiano, battezzare il proprio bambino significa dargli la certezza dell’amore e del perdono di Dio, e della vita eterna. E’ una sorta di benedizione strettamente collegata con la scelta dei genitori stessi di dare alla luce un figlio.

Quando fare il battesimo

In base ai dettami della Chiesa è possibile ricevere il sacramento del Battesimo a qualsiasi età. Dunque anche da adulti. Tuttavia, come conseguenza di quanto spiegato dallo stesso Benedetto XVI, i genitori cristiani battezzano il proprio figlio per lo più entro il primo anno di vita.

A livello pratico molte mamme scelgono di procedere al rito dopo il quinto mese, in modo tale da arrivare all’evento in totale ripresa dopo la gravidanza. Inoltre, per tradizione, al rito cattolico vengono associati i festeggiamenti. E dunque, c’è bisogno di tempo per organizzare il battesimo.

Entro quando farlo

Posto che il battesimo sia il sacramento più importante e dunque il fondamento della vita cristiana, con questo rito il bambino viene simbolicamente liberato dal peccato originale e rigenerato come figlio di Dio. Anche i figli di genitori non sposati possono essere battezzati. In sostanza, la Chiesa invita le famiglie cristiane a battezzare i propri figli entro il primo anno di vita, proprio per dar loro, il prima possibile, la salvezza e l’amore di Dio. Affinché possano iniziare a crescere nella purezza d’animo che la religione auspica per ognuno dei suoi fedeli.

Cosa succede se non si battezza

Secondo il cattolicesimo, chi muore senza battesimo viene relegato nel cosiddetto Limbo, ovvero un luogo separato dall’Inferno che ospiterebbe tutte le anime senza peccato, macchiate tuttavia da quello originale. Anche secondo Papa Francesco, il battesimo non è affatto una formalità, bensì un dono necessario.

Comunione e matrimonio

A livello pratico chi non ha il battesimo non può avvicinarsi all’eucarestia. Di conseguenza, la stessa persona non può prendere i successivi sacramenti della Comunione e della Cresima, né può sposarsi in Chiesa. Diverso è il discorso per i testimoni degli sposi che, di fatto, svolgono un ruolo puramente giuridico e per i quali non è dunque necessario essere stati battezzati e cresimati in Chiesa.

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