Chi è divorziato può fare la Comunione?

Sempre più frequentemente ci si scontra con le norme della Chiesa cattolica riguardo alla seguente domanda: chi è divorziato o separato può fare la Comunione? A tal proposito si è recentemente pronunciato Papa Francesco relativamente al fatto che il numero dei divorziati in Italia e non solo sia in continuo aumento, tanto da porre l’esigenza per i fedeli di affrontare tale enigma spirituale.

Divorziati e Comunione

Nel 2016, il papa ha deciso sui divorziati di non seguire una regola in assoluto, ma di analizzare caso per caso. I parroci sono stati invitati a tenere dei corsi di fede per i separati, i divorziati ed i risposati.

Sono infatti sempre di più le diocesi che hanno dato il via a questi incontri aprendo di nuovo le porte anche a chi ha deciso di interrompere il matrimonio. A tal proposito vanno distinti tre gruppi: “i separati”, “i divorziati” e “i risposati o conviventi”.

Per chi è divorziato o separato, ma ancora non si è unito in un altro legame, non ci sono impedimenti per accedere alla Comunione. A patto che si faccia un percorso di pentimento, soprattutto per i divorziati.

Il discorso è diverso per chi si è risposato o ha avviato una nuova unione. In questo caso, non è possibile accedere ai sacramenti, in quanto si andrebbe in contrasto con tutto quello che viene predicato nel Vangelo. Negli scritti cristiani, infatti, si considera il vincolo del matrimonio indissolubile agli occhi di Dio.

Si tratta di un tema molto discusso da sempre. L’intervento del papa è stato di grande aiuto per molti fedeli che hanno deciso di interrompere il matrimonio per motivi gravi, ai quali però veniva preclusa la possibilità di riavvicinarsi alla fede cristiana.

Chi è divorziato può fare la Comunione?

Chiarendo una volta per tutte le parole del papa, chi è divorziato o separato può ricevere la Comunione e fare da padrino o madrina. E’ importante specificare che nessun sacerdote può impedire che questo avvenga. A meno che non ci sia una scomunica formale del soggetto da parte della Chiesa.

La condizione principale, al contrario di quanto si pensi, non è che non ci sia in corso un nuovo legame. Tuttavia bisogna porre attenzione sulla consumazione dell’atto sessuale, perché il vincolo del matrimonio, anche se legalmente sciolto, agli occhi di Dio è sempre valido. E giacere con un altro individuo comporterebbe una grave trasgressione alla fede.

L’eccezione è dunque un’altra. E’ possibile fare la Comunione se la convivenza si svolge tra due individui che non hanno rapporti carnali, ma scelgono apertamente la castità fino alla nuova unione con un matrimonio religioso. A patto, naturalmente, che quello precedente sia stato solo civile.

Concludiamo dicendo che la Comunione, come tutti i sacramenti, non è un atto di magia. E che la Chiesa, anche se in evoluzione, rimane irremovibile  per quanto riguarda i percorsi di pentimento e di confessione indispensabili per fare la Comunione se divorziati. Per questo motivo, l’istituzione religiosa invita tutti i peccatori a ricevere il Sacramento della Riconciliazione, prima di quello della Comunione.

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