L’aborto spontaneo può avvenire entro le venti settimane dal concepimento. Esso si verifica dopo l’impianto nell’utero dell’embrione e intorno alla data prevista di arrivo delle mestruazioni. Inoltre, è una delle complicazioni che si può verificare in gravidanza e ne determina la fine.
Aborto spontaneo: cause e sintomi
Molte possono essere le cause aborto spontaneo, alcuni di esse sconosciute. Quel che è certo è che non si può prevenire. La principale causa, se avviene nelle prime settimane, è dovuta a un problema cromosomico che impedisce al feto di svilupparsi normalmente. Nel secondo trimestre, invece, le cause sono dovute a problemi legati a cervice o utero. Le possibilità aumentano per le donne che soffrono di sindrome ovaio policistico.
Altre cause: vita sregolata della madre, caratterizzata da fumo e alcool, problemi ormonali, età non più fertile della madre, problemi legati all’impianto nella parete uterina.
I sintomi legati all’aborto spontaneo nei primi mesi di gravidanza sono i seguenti: perdite marroni o di color rosso vivo, perdite simili a mestruazioni con sangue coagulato, muco cervicale di colore bianco rosato, dimagrimento, crampi, mal di schiena e forti contrazioni. Qualora riscontraste uno o più di questi sintomi recatevi immediatamente dal vostro ginecologo o al pronto soccorso per una corretta diagnosi.
Come riconoscerlo? Come avviene?
Non sempre si manifestano i sintomi molto chiaramente. Una donna può avere durante le prime settimane delle perdite che possono significare che l’aborto è in atto oppure che si sta per verificare. In altri casi si può verificare un aborto interno. In questo caso il piccolo cessa di vivere, la gravidanza viene interrotta ma ci si accorge di ciò solo con la prima ecografia.
Aborto spontaneo, mestruazioni o semplici perdite?
C’è da dire che alcune donne manifestano delle perdite senza abortire.
Raschiamento
Nei casi in cui dopo l’aborto spontaneo non si verifica l’espulsione totale del prodotto del concepimento il ginecologo suggerisce di eseguire uno svuotamento uterino o raschiamento. Il raschiamento viene effettuato sotto sedazione profonda, in day hospital e dura circa 10 – 15 minuti.
Gravidanza: dopo quanto riprovarci
In genere una donna che abortisce ha più probabilità di portare avanti con successo la seconda gravidanza. C’è da dire che un aborto rimane pur sempre un lutto da metabolizzare per ogni donna e un grave trauma sia fisico che psicologico. Un aborto, inoltre, può essere causa di rottura per una coppia se non si riesce più a ritrovare una serena intimità.
Se si vuole riprovare a rimanere incinta nuovamente il ginecologo consiglia di aspettare almeno due cicli mestruali per consentire il corretto ripristino della fase ovulatoria, dell’apparato riproduttivo femminile e che l’utero ritorni alla sua normale funzione.
Solo se si verificano più di due aborti spontanei consecutivi e dopo la 9 o 10 settimana, si consiglia di farsi opportuni controlli ginecologici. Se, invece, l’aborto si verifica entro la 7 o 8 settimana è da intendersi come un evento naturale.