La fenilalanina fa male?

La fenilalanina fa male solo se assunta in dosaggi particolarmente elevati oppure se si associa a specifiche patologie già in corso nell’organismo. Essa fa parte dei cosiddetti aminoacidi essenziali che svolgono uno specifico ruolo all’interno del corpo umano. Si ritrova in molti degli alimenti regolarmente assunti ed ha effetti benefici sull’organismo, ma anche effetti collaterali in situazioni e dosaggi specifici.

Fenilalanina, cos’è?

La fenilalanina è un aminoacido che si ritrova in gran parte delle proteine animali, così come anche in quelle vegetali. Dal un punto di vista prettamente chimico, la fenilalanina è un aminoacido essenziale per via dell’incapacità, da parte degli altri aminoacidi, di sintetizzarla all’interno dell’organismo.

In quali alimenti si trova

La fenilalanina è presente, in modo naturale, in moltissimi alimenti proteici. Si ritrova, infatti, in alimenti come la carne, i latticini, il pesce, i legumi, in modo particolare la soia. Non solo, la si ritrova nelle uova, nelle mandorle, nelle noci e nei cereali integrali. Molti la utilizzano sotto forma di integratore, soprattutto in ambito sportivo, proprio perché ha un ruolo essenziale nella biosintesi delle catecolamine. Per coloro che seguono una particolare dieta è utilizzata perchè dà sazietà e per l’incremento metabolico cui essa induce.

Va sottolineato come si tratti di un aminoacido essenziale. Pertanto, sarebbe opportuno che venisse assunto quotidianamente, in quantità chiaramente minime consigliate dal medico. Nel caso in cui non fosse sufficientemente assunta mediante gli alimenti, sarà possibile ricorrere agli integratori, soprattutto per via degli ottimi benefici che ha sul recupero muscolare. Spesso, si ritrova in commercio combinata in un mix di aminoacidi essenziali di proteine in polvere.

La fenilalanina fa male?

Se assunta nelle dosi consigliate è in grado di apportare enormi benefici alla salute e al perfetto equilibrio e benessere dell’organismo. Non si registrano problemi o disturbi particolari legati all’assunzione di questo aminoacido. Chiaramente, è importante indicare che l’assunzione di fenilalanina è assolutamente controindicata per tutti quei soggetti che abbiano problemi di ipertensione arteriosa, che soffrono di emicrania o di specifiche patologie genetiche, quali soprattutto la fenilchetonuria. Quest’ultima è una patologia di natura genetica che comporta nell’organismo un’incapacità di metabolizzazione dell’aminoacido stesso. Per cui, si mantengono elevati i livelli di fenilalanina che, depositandosi nel sangue e nei tessuti, possono provocare seri danni al sistema nervoso centrale.

Fenilalanina in gravidanza

Se una donna presenta la patologia specifica della fenilchetonuria, anche indicata con l’acronimo inglese PKU, non necessariamente trasmetterà la malattia al nascituro. Tuttavia, il bambino potrebbe rischiare gravi complicanze per via dell’esposizione a eventuali alti livelli di fenilalanina nel sangue materno.

Se, infatti, la madre dovesse presentare alti livelli di questo aminoacido nel sangue durante la gravidanza, rischierebbe di esporre il bambino alla possibilità di sviluppare gravi danni cerebrali. A ciò si aggiunge anche l’elevato rischio che il bambino possa avere ritardi nella regolare crescita intrauterina, riporti dei disturbi cardiaci congeniti o una deformità facciale.

Alla luce di tali indicazioni, è importante che, prima di decidere di avere un bambino, una donna affetta da fenilchetonuria, consulti uno specialista nel trattamento della patologia, al fine di mettere in atto tutta una serie di interventi preventivi che riducano i livelli ematici di fenilalanina.

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