L’aspartame fa male?

Si sente spesso affermare che l’aspartame faccia male, in realtà, non è esattamente così, perché i danni e le conseguenze a esso imputate sarebbero da attribuire a dosi elevate assunte quotidianamente. Resta tuttavia un additivo presente oggi in diversi alimenti in commercio. Cerchiamo di scoprire quanto ci sia di vero su tali indicazioni e in quali alimenti sia contenuto l’aspartame.

Cos’è aspartame

L’inizio dell’impiego dell’aspartame risale a circa trenta anni fa. Il suo potere edulcorante è circa 200 superiore a quello dello zucchero. Solitamente, si utilizza nell’industria alimentare, ma anche come dolcificante da tavola. Bisogna però, affinché sia da ritenersi utile alla salute, che rispetti alcuni specifici limiti. Infatti, il suo consumo non deve superare la dose giornaliera di 40 mg per chilo corporeo.

Ciò significa che un bimbo che pesa circa 30 kg non potrà consumare più di 4 lattine al giorno di bevande dietetiche con aggiunta di aspartame. Importante che non venga utilizzato da soggetti che siano affetti da fenilchetonuria, un’anomalia genetica che non permette all’organismo di metabolizzare la fenilalanina, che si trova proprio nell’aspartame.

Dove si trova l’aspartame?

Studi recenti avevano indicato che l’aspartame avesse un elevato potere cancerogeno. Tuttavia, al di là delle varie controversie l’uso di aspartame come additivo alimentare viene autorizzato dall’Unione Europea come edulcorante per alimenti. Per cui, lo si trova in bibite light, prodotti di pasticceria, confetture, yogurt, gomme da masticare, prodotti a ridotto contenuto calorico. Il suo potere dolcificante è duecento volte superiore rispetto a quello dello zucchero naturale. Spesso è anche usato come dolcificante per tè e caffè.

L’etichetta corrispondente all’aspartame

Per capire se un alimento contiene aspartame è sufficiente controllare l’etichetta, dove sarà presente l’indicazione corrispondente, vale a dire E951.

L’aspartame fa male?

In riferimento alle recenti ricerche, oggi ci si chiede se sia nocivo l’uso di aspartame. Se ne parla ormai da tempo. Infatti, questo dolcificante venne scoperto nel 1961. Solo più tardi le autorità americane decisero di metterlo in commercio, ma le controversie in merito rimasero.

Intorno a esso ruota un giro d’affari incredibile, poiché con questo additivo si dolcificano oggi tutti gli alimenti indicati come light. La discussione però è sempre stata avanzata da medici e scienziati, affinché si facesse chiarezza sull’uso e le conseguenze per l’organismo di questo edulcorante. In altre parole, sulla pericolosità dell’aspartame è ancora oggi guerra aperta.

E’ cancerogeno?

Da un lato alcuni scienziati pongono l’accento sul legame tra questo additivo e alcuni casi di cancro. Altri smentiscono ogni possibile correlazione. Tuttavia, ad oggi, non vi è alcuna dimostrazione scientifica di correlazione, sugli esseri umani, tra uso di aspartame e cancro. Bisogna però indicare come, dagli studi eseguiti sui ratti, si notano oltre a casi di tumore in seguito alla sua assunzione, anche un aumento di peso.

Sostituti dell’aspartame

Chi intende fare un consumo razionale e consapevole dei dolcificanti, potrebbe, piuttosto, ricorrere ad alternative naturali come lo zucchero biologico, lo sciroppo d’acero, il miele o la stevia. Quest’ultima è una pianta dell’America Latina dalla quale si estrae una polvere che è 300 volte più potente dello zucchero e non comporta alcuna conseguenza per l’organismo.Se non è possibile evitare l’aspartame meglio restare nelle dosi indicate di 40 mg per ogni kg di peso corporeo.

Aspartame in gravidanza

Può essere considerato un prodotto sicuro, nelle dosi consigliate e su soggetti non affetti da fenilchetonuria. I bambini e le donne in gravidanza possono assumerlo senza rischio. La stessa autorità europea garante in materia, conferma l’assenza per il feto in via di sviluppo di qualunque rischio causato da esposizione a fenilalanina derivata da aspartame. Vale, in ogni caso, lo stesso principio anche per le donne in gravidanza affette da fenilchetonuria, che dovranno assumere la fenilalanina con estrema moderazione.

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