Tartufo in gravidanza: si può mangiare

Il tartufo in gravidanza deve essere consumato con molta parsimonia poiché c’è il rischio di contrarre la toxoplasmosi. Un vero e proprio incubo in gravidanza, facile da contrarre se si mangia carne bovina o suina cruda, o non sufficientemente cotta. Non solo, bisogna anche prestare attenzione agli alimenti che sono a contatto con la terra.

Il tartufo in gravidanza

Nei nove mesi di gestazione è fondamentale seguire un’alimentazione che sia assolutamente sana ed equilibrata. E’ necessario anche fare delle rinunce, ma senza grandi sacrifici, serve solo una certa dose di attenzione e razionalità, oltre chiaramente ad un consulto del proprio medico. Molte donne che amano i funghi e soprattutto il tartufo si chiedono se sia possibile mangiarlo con tranquillità in gravidanza. Il tartufo, in realtà, è un prodotto della terra e per questo potrebbe nascondere dei rischi, ma con molta attenzione ad alcune semplici regole, è possibile consumarlo anche in gravidanza. Il maggior rischio è quello di contrarre la toxoplasmosi. Un rischio che in ogni caso si annulla se il prodotto è fresco e viene lavato con cura, eliminando la parte dove si deposita la terra.

La cosa essenziale a cui bisogna stare attente è la qualità del tartufo, oltre al fatto che sia pulito per bene. Meglio, inoltre, mangiare il tartufo solo se preparato a casa, o in ristoranti assolutamente fidati, per avere la certezza che sia lavato molto accuratamente, specialmente se consumato crudo. Un consiglio che, in gravidanza, deve valere per tutti gli alimenti, compresa la frutta o la verdura fresca, che sia sempre ben lavata.

Quando si acquista il tartufo, bisogna spazzolare a lungo, sotto acqua corrente. Lo si dovrebbe poi anche lasciare in acqua, con del bicarbonato, in modo che possano essere eliminati eventuali batteri. Non si deve temere che il bicarbonato alteri il sapore, perché non è assolutamente così, ma serve solo a garantire l’eliminazione dei batteri.

Purtroppo, la terra contiene il nocivo batterio della toxoplasmosi. Una volta che sia stato liberato da qualunque rischio, si potrà cucinare tranquillamente il tartufo e consumarlo anche con dei gustosi primi piatti o antipasti. Il tartufo, che sia nero o bianco, è una prelibatezza alla quale è difficile dire di no per tutto il corso della gravidanza, soprattutto per chi ama i funghi.

Se si vuole avere ancora maggior sicurezza nel consumo del tartufo, vi sono anche diverse tipologie di conservazione, oltre a quella del prodotto fresco. Ad esempio, si potrebbe scegliere il tartufo surgelato, oppure anche quello essiccato, o disidratato. In questo modo si ha maggiore certezza e sicurezza nel consumo di questo alimento.

Si può anche optare per il tartufo in barattolo. Questo perché i prodotti conservati, subiscono dei processi di sterilizzazione e pastorizzazione molto accurati, per cui sono ovviamente più sicuri. Si possono anche trovare in confezione anche i tartufi interi o a fette, i quali, una volta cotti, mantengono il sapore del tutto inalterato, così come il prodotto fresco, ma sono anche più pratici e sicuri da consumare.

Nel caso del tartufo essiccato, questo viene sottoposto a temperature talmente elevate, che si possono uccidere tutti gli eventuali batteri. Il tartufo disidratato è ottimo da utilizzare su pasta e risotti, per preparare l’olio tartufato. Squisito anche il tartufo sulla pizza e sarà altrettanto buono e più sicuro di quello fresco. Attenzione però ad evitare le salse e le creme a base di tartufo, o i ravioli al tartufo, perché possono creare la muffa una volta che siano state aperte.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.