L’anoscopia è un esame diagnostico che viene eseguito mediante uno strumento, detto appunto anoscopio, o speculum anale, che viene inserito nello sfintere anale, al fine di poter controllare direttamente le pareti dell’ano, senza l’ausilio di una telecamera come accade nella procedura di colonscopia.
Anoscopia, che cos’è?
L’anoscopia in alcuni casi, può anche essere utile come intervento terapeutico per controllare, dallo sfintere anale, eventuale presenza di patologie o problematiche nelle pareti dell’ano. L’anoscopio non è altro che un piccolo tubo rigido di forma conica, chiaramente monouso e in plastica, la cui lunghezza è di circa 8-10 cm, mentre il diametro varia dai 18 ai 23 millimetri.
Nella sua parte terminale può essere di forma tronca, oppure a becco di flauto. È generalmente dotato di autoilluminazione, oppure progettato in maniera tale che da una piccola fonte, la luce possa propagarsi in tutta la zona che dovrà essere controllata e visualizzata con attenzione.
Lo strumento ha anche un piccolo dispositivo interno che viene successivamente rimosso dopo che l’anoscopio sia stato inserito nel canale anale.
Quando e perché farlo
Si ricorre all’anoscopia per la diagnosi accurata di patologie e condizioni che interessano il canale anale, quali, ad esempio, le emorroidi interne, le ragadi anali, il sanguinamento ano-rettale, proctiti, in caso di ascessi e fistole, se vi sono lesioni polipoidi, oppure in caso di sospetto cancro anale. L’anoscopia viene spesso utilizzata anche come strumento terapeutico per eventuale aspirazione o pinze per biopsie, per eseguire delle eseguire anestesie locali, per effettuare delle tecniche chirurgiche ambulatoriali, come la legatura elastica.
Anoscopia procedura
Per quel che riguarda la procedura, per eseguire l’anoscopia, il paziente deve mettersi in posizione laterale sinistra con le gambe flesse sull’addome. Oppure, potrebbe anche stare inginocchiato sul lettino, con il tronco piegato in avanti e incurvato.
E’ fondamentale che i glutei fuoriescano dal bordo esterno del lettino. Dopo che il paziente sia stato posizionato correttamente, il medico procede con l’applicazione di un lubrificante che abbia un effetto anestetico ed esegue un’esplorazione rettale digitale, introducendo delicatamente l’anoscopio, seguendo l’asse del canale anale, nella direzione dell’ombelico, e del retto rivolto verso l’osso sacro.
Una volta terminato l’esame, l’anoscopio viene sfilato, mentre il paziente resta ancora per qualche minuto in osservazione. Fatto ciò, potrà tranquillamente tornare a svolgere le sue normali attività.
E’ dolorosa l’anoscopia?
L’anoscopia di per sé non è dolorosa, ma il paziente potrebbe provare una sensazione di fastidio. L’esame, infatti, è preceduto da un’adeguata preparazione dell’area di applicazione mediante l’uso di una pomata anestetica locale. L’anoscopia dura all’incirca 10 / 20 minuti.
Se eseguito per scopi terapeutici, potrebbe durare un po’ di più. Non ci sono particolari controindicazioni particolari, tuttavia, attraverso l’esplorazione rettale digitale, che di solito precede l’esame, il medico individua e stabilisce se l’esame può essere eseguito o se ci sono delle ragioni che lo impediscano.
In situazioni di spasmo anale o stenosi, solitamente, l’esame strumentale viene rinviato. In ambito privato il costo di tale esame oscilla tra i 100 ed i 200 euro.
Differenze tra anoscopia e rettoscopia
Se è necessario controllare anche parte del tratto rettale, si può ricorrere a strumenti diversi dall’anoscopio. In questo caso, si utilizza il proctoscopio o il rettoscopio, che possono insufflare aria in modo da distendere il viscere e consentono facilità di manovre diagnostiche per via di una maggiore lunghezza dello strumento. Il proctoscopio ha una lunghezza di 13 cm circa, mentre, il rettoscopio 25 cm circa.