L’ecocardiografia fetale è un esame specifico che serve per controllare e analizzare in maniera accurata il cuore del bambino mentre è ancora nel grembo materno. In cosa consiste esattamente l’esame e quando è richiesto e indicato farlo? Ecco tutte le informazioni utili in merito per decidere se sia il caso o meno di eseguirlo.
Ecocardiografia fetale
Attraverso l’esame ecocardiografico del feto è possibile studiare l’anatomia del piccolo cuore del bambino quando si trova ancora nel grembo materno. Si tratta di un esame che il medico solitamente richiede nel momento in cui ci sia il sospetto che possa esservi il rischio di malformazioni o patologie di carattere genetico oppure il manifestarsi di infezioni legate alla gestazione e per poter controllare in maniera approfondita il suo cuoricino.
Ecocardiografia fetale quando si fa?
A quante settimane? Viene generalmente effettuato tra la 18 e la 22 settimana di gestazione. L’ecocardio fetale serve per tenere sotto controllo l’anatomia cardiaca del feto e scongiurare la presenza di cardiopatie congenite. E’ il medico a richiedere questo esame dopo l’eventuale ecografia morfologica. La morfologica, infatti, viene eseguita verso la 20 settimana di gravidanza. Nel caso in cui vi sia il sospetto che il cuore abbia aritmie o malformazioni l’esame viene ripetuto e si richiede anche l’ecocardiografia fetale.
Particolarmente consigliabile è per tutti quei soggetti che presentano malattie ereditarie o familiarità con le cardiopatie, ad esempio nel caso in cui si abbia già avuto un figlio con cardiopatia o se si sono verificate infezioni fetali, malattie materne come il diabete o di tipo autoimmune oppure si notano delle aritmie cardiache severe.
Perchè fare l’ecocardio fetale
In molti casi le cardiopatie non si manifestano nel corso della vita o a causa di malattie contratte per sopraggiungere di infezioni o altro. Questo test risulta particolarmente suggerito in tutti i casi in cui vi sia familiarità con eventi di cardiopatia congenita, se la madre abbia una particolare situazione clinica segnata da malattie o terapie seguite o nel caso in cui ci siano altre malformazioni o disfunzioni fetali che siano state evidenziate dal precedente esame. Inoltre, l’ecocardiografia fetale è raccomandata in tutti i casi di fecondazione assistita
Il cuore del bambino
Chiaramente parliamo di un cuoricino molto piccolo che viene analizzato quando è ancora in grembo, per cui attraverso l’addome materno, il che rende tutto particolarmente difficile. Nel caso in cui la madre sia in sovrappeso l’esame risulta ancora più difficile da eseguire oppure ancora se la posizione assunta dal feto non sia favorevole per facilitare le operazioni di controllo o il liquido amniotico sia insufficiente o troppo abbondante. Non di rado è necessario ripetere l’esame per avere certezza sulle informazioni raccolte.
Nel caso in cui l’ecocardiografia fetale rivelasse la presenza di malformazioni o cardiopatie importanti nel feto si procederà con la programmazione del parto seguendo specifiche modalità e tempi. In tal modo, sarà possibile garantire al neonato una adeguata e tempestiva assistenza guidata da specialisti cardiologi e cardiochirurghi pediatrici. Se il bambino avrà delle cardiopatie da operare sin dai primi giorni della nascita verrà trattato e seguito in terapia intensiva nelle migliori condizioni cliniche. Attraverso l’ecocardiografia fetale è anche possibile trattare, laddove possibile, le aritmie nel feto con farmaci somministrati alla madre e fisiologicamente trasferiti al feto per via placentare.
Chi esegue l’esame
L’ecocardiografia fetale, data la sua delicata complessità, deve essere eseguita da esperti chirurghi pediatrici. La durata dell’esame in sè varia da 20 a 45 minuti circa. A influire sulla sua resa sono la scarsa o eccessiva presenza del liquido amniotico, ma anche la posizione fetale. Per eseguirlo si utilizzano gli ultrasuoni per fare un’analisi dell’anatomia del cuore del feto. Successivamente, con l’utilizzo di ecodoppler, si analizzano i flussi sanguigni all’interno del cuore e dei vasi nonché il flusso nel cordone ombelicale. Gli ultrasuoni non comportano alcun rischio per il feto né per la madre.
Ecocardiografia fetale quanto costa
Il costo dell’ecocardiografia varia da un minimo di circa 70 euro a un massimo di 150 euro. Si precisa che, si tratta, chiaramente, di costi indicativi che possono sensibilmente variare in base alla città in cui ci si trova e alla specifica struttura sanitaria di riferimento. Si tratta in ogni caso di un esame che non richiede eccessivi costi. Il servizio sanitario nazionale prevede, tuttavia, la possibilità di esenzioni dal costo dello stesso per chi non abbia le possibilità economiche per sostenerlo. Per avere indicazioni specifiche, regione per regione, su quali siano i medici che privatamente offrono la possibilità di eseguire un’ecocardiografia fetale è possibile visitare il sito web iDoctors e selezionare per esempio come città Roma, Milano, Torino etc.
Chi è esente
Per l’esame ecocardiografico del feto è prevista un’esenzione per tutti quei soggetti la cui situazione richiede che venga necessariamente eseguito. Vale a dire in tutti quei casi che presentano un particolare rischio per la salute stessa del feto per via di familiarità con le cardiopatie, se i genitori hanno avuto altri figli con cardiopatia o nel caso in cui la madre sia in uno stato di salute precario. Il servizio sanitario nazionale ha, inoltre, stabilito uno specifico codice di riconoscimento dell’esenzione per questo esame, M50.