Maternità anticipata 2018: retribuzione e gravidanza a rischio

Regolarmente con il termine maternità si indica quel periodo che va dai due mesi precedenti al parto ai tre mesi successivi alla nascita del bambino, mesi in cui una donna può astenersi dal lavoro. Ma esistono alcuni casi particolari in cui una donna può richiedere la maternità anticipata. Come funziona e chi può richiederla?

Maternità anticipata: cosa fare?

Sono tre i requisiti che consentono a una donna di poter usufruire e richiedere la gravidanza anticipata, ovvero la possibilità di assentarsi dal lavoro prima dei due mesi che precedono il parto. Scopriamo quali sono e l’iter della procedura:

  • Gravidanze a rischio: quando una donna porta avanti una gravidanza a rischio o sono insorte complicazioni durante i mesi di gestazione può richiedere maternità anticipata.
  • Ambiente di lavoro rischioso: se l’ambiente di lavoro porta problemi di salute alla donna o al feto, la futura mamma può andare in maternità anticipata, non prima di aver dimostrato quali rischi corre nell’ambiente di lavoro.
  • Trasporto e sollevamento pesi: tutte le donne che svolgono lavori che comportano sforzi fisici, quali sollevamento pesi o trasporto merci pesanti, possono andare in maternità anticipata se non possono essere spostate in altre mansioni.

Chi può richiederla?

Di norma la maternità anticipata spetta alle lavoratrici dipendenti con contratto di lavoro normale, a quelle a progetto, a quelle che svolgono prestazioni occasionali, a quelle che godono di indennità di disoccupazione e alle libere professioniste che versano i contributi nella gestione separata esclusivamente se in condizioni di salute che possono pregiudicare la gravidanza.

Procedura e documenti

Per richiedere la maternità anticipata si dovranno presentare al DPL (Servizio ispezione del lavoro della Direzione Provinciale del Lavoro) o dal 2012 all’ASL di riferimento, alcuni documenti:

  • Domanda di maternità anticipata,
  • Certificato di gravidanza,
  • Certificato medico che attesti effettivamente la possibilità di complicanze,
  • Altri documenti che si ritenga possono essere utili alla prassi.

La direzione provinciale del lavoro, rilascerà la seguente documentazione in duplice copia: una, infatti, dovrà essere consegnata al datore di lavoro. Si riceverà la risposta di approvazione entro sette giorni e, se entro quei sette giorni non viene emesso alcun provvedimento, la domanda può essere ritenuta accolta. Nel frattempo se il provvedimento del Servizio ispezione non è ancora intervenuto la lavoratrice deve riprendere il lavoro alla scadenza indicata nel certificato medico da essa presentato.

Gravidanza a rischio INPS

La maternità anticipata è obbligatoria nei casi di gravidanza a rischio. Se la donna avverte dolori o perdite nei mesi precedenti al parto e dopo un’accurata visita medica viene consigliato il riposo, la donna può richiedere la maternità anticipata senza nessun problema. Tutto quello che si deve fare è presentare la documentazione necessaria per dimostrare che proseguire con il lavoro potrebbe arrecare rischi al feto e alla futura mamma.

Lo stipendio: chi paga?

Alla futura mamma in caso di maternità anticipata spetta lo stesso stipendio della maternità normale, ovvero l’80% della retribuzione a carico dell’INPS, integrabile fino al 20% dal datore di lavoro. Quindi per le lavoratrici dipendenti il pagamento corrisposto sarà anticipato in busta paga dal datore di lavoro, mentre per le lavoratrici iscritte alla gestione separata INPS sarà pagata da quest’ultimo.

Visita fiscale

Come funziona la visita fiscale in caso di maternità anticipata? Toccherà all’ASL di riferimento, su richiesta dell’Ispettorato del lavoro, effettuare un sopralluogo presso l’ambiente di lavoro per accertarne l’effettiva rischiosità. Una volta appurato, la documentazione dovrà essere spedita all’Ispettorato che decide di approvare la richiesta per spedirla al datore di lavoro e alla futura mamma. Da quel momento decade la mutua e la donna in maternità può regolarmente uscire in qualsiasi orario.

Maternità obbligatoria

Con maternità obbligatoria si indica quel periodo di tempo in cui una donna in gravidanza deve obbligatoriamente assentarsi dal lavoro. Questo procedimento serve per tutelare la salute della futura mamma e del bambino e in genere è di cinque mesi (due precedenti al parto e tre post-parto).

Per richiedere la maternità occorrerà fare richiesta all’INPS presentando un certificato di gravidanza che attesti che la donna si trova alla fine del settimo mese di gravidanza. La domanda può essere compilata online, sul sito dell’INPS.

In questo periodo alla futura mamma spetterà un indennizzo dell’80% della retribuzione e tra i diritti che spettano alle donne in maternità troviamo anche il mantenimento dell’occupazione, la tredicesima, la maturazione di ferie e l’anzianità.

2 commenti su “Maternità anticipata 2018: retribuzione e gravidanza a rischio”

  1. Salve sono incinta d 13 settimane ho 28anni e in ambito lavorativo (sono un estetista con contratto da apprendista)la mia datrice m sta martellando a livello psicologico da quando ha saputo che sono incinta…ho avuto dolori forti alla pancia e il mio medico d base ha ritenuto opportuno farmi rimanere a casa per riposo obbligatorio .. Quando sono rientrata la situazione è peggiorata e mi hanno consigliato di richiedere maternità anticipata per tutto quello che m sta accadendo a livello fisico… A lei ho dovuto mentire dicendo che manco x fare delle analisi ma se eventualmente mi dovessero dare la maternità lei è obbligata a sapere i motivi? Mi sta distuggendo la vita, ho continue crisi di ansia!grazie in anticipo x chi risponderà.

  2. Ciao Francesca, innanzitutto tanti auguroni! Chiedere la maternità è un diritto di ogni lavoratore, non so se tu sia obbligata a comunicare il motivo. Dovresti chiedere a chi è competente in materia giuridica 🙂

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