Emorragia post partum, cesareo o naturale: sintomi e rischi

L’emorragia post partum consiste in una forte perdita di sangue che si verifica in seguito all’espulsione della placenta ed è una complicanza decisamente pericolosa.

Emorragia post partum cesareo: sintomi e cause

Le cause che possono portare al verificarsi di tale evento sono date spesso dall’incapacità da parte dell’utero di ritornare al suo stato normale. Solitamente si verifica dopo un parto gemellare o di neonato un po’ più grossi rispetto alla norma o, infine, anche a causa di un’eccessiva quantità di liquido amniotico. Un’altra ragione potrebbe essere la presenza nell’utero di residui della placenta o una lacerazione verificatasi nell’utero durante il parto.

L‘emorragia post partum può portare il soggetto a un’accelerazione del battito cardiaco e una forte sudorazione con calo della pressione sanguigna, tutti sintomi che, nel caso in cui non venissero attentamente valutati e non si intervenisse per tempo, potrebbero anche risultare letali. Si parla di un’emorragia acuta quando questa si verifica nell’arco delle 24 ore seguenti al parto, mentre, laddove si verificasse entro la dodicesima settimana successiva, viene definita secondaria. Tuttavia, è opportuno che vi sia un’attenta valutazione di tutti i possibili fattori di rischio e, se possibile, correggerli preventivamente.

Dopo il parto naturale: sintomi e cause

Dopo il parto naturale è assolutamente normale perdere del sangue, poiché questo serve anche per eliminare dall’utero eventuali residui fetali. Il problema sussiste laddove però la quantità di sangue persa dalla paziente sia superiore ai 500 ml. In tal caso si avrebbe un effettivo rischio di emorragia post partum, che mette in serio pericolo la vita stessa della madre, con conseguente calo della pressione e tutta una serie di altri sintomi da non sottovalutare. Studi recenti dimostrano come una donna su dieci oggi sia colpita da una simile emorragia, pericolo che è causa del 25% delle morti avvenute durante il parto.

Le cause sono diverse, può essere data da un parto travagliato e lungo, un bambino nato troppo grosso o ancora una gravidanza gemellare. Oggi in alcuni ospedali specializzati, proprio per fronteggiare tale rischio, è prevista una particolare tecnica di arresto del flusso del sangue dall’arteria situata nella cavità uterina, che è quella che durante il distacco della placenta potrebbe essere esposta a tale pericolo, per poi essere ristabilito il normale flusso nelle ore successive al parto.

Fattori di rischio

L’emorragia post partum può essere causata da differenti patologie che potrebbero sopraggiungere durante il parto oppure verificarsi prima o in seguito a esso. Al fine di scongiurare tale rischio, sarebbe opportuno eseguire un attento screening e follow up di queste patologie, in modo da avere un quadro chiaro della situazione e poter intervenire per tempo.

Tra i fattori di rischio vi sono quelli collegati a disfunzioni a carico della placenta, le diverse gravidanze già avute dalla madre, un eccessivo aumento della pressione proprio durante il parto, situazione di obesità, anemia, malformazione dell’utero o un cesareo eseguito in emergenza. A tutto ciò si aggiunge, come già rilevato, anche un parto troppo lungo che si protrae per più di dodici ore o il peso sostenuto del neonato che supera i quattro kg. Altra causa che spesso porta a un’intensa perdita di sangue è anche una lesione all’utero, mentre il bambino esce dal corpo materno, che potrebbe portare a una lacerazione dell’area vaginale.

Emorragia post partum e allattamento

In relazione alla quantità di sangue che la madre ha perso durante il parto, vi sono chiaramente delle difficoltà ad allattare il neonato. Generalmente, la gran parte delle donne che sia dovuta ricorrere a delle trasfusioni nel corso della prima settimana successiva al parto, ha riportato delle problematiche relative proprio alla capacità di allattare il proprio bambino.

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