L’ictus post parto rappresenta oggi un rischio che è possibile evitare semplicemente eseguendo un semplice prelievo ed effettuando una corretta terapia di intervento. Chiaramente a fare da supporto a qualunque possibile terapia c’è un corretto stile di vita da seguire, soprattutto durante i nove mesi di gestazione.
Ictus post partum sintomi e cause
L’ictus post parto è un danno causato a livello cerebrale nel momento in cui il flusso di sangue diretto al cervello dovesse interrompersi, provocando così una lesione in una specifica area del cervello. Questo perché, per la mancanza di flusso di sangue, le cellule nervose interessate, si spengono.
E’ esattamente dopo il parto che è maggiore il rischio che possa verificarsi una situazione simile. Questo è dato dal fatto che, durante la gravidanza e nelle prime settimane successive al parto, il sangue si coagula maggiormente. Ci sono da valutare anche cause di natura genetica con predisposizione di alcune donne alla trombosi, si parla di cosiddette trombofilie ereditarie, una tendenza del sangue a coagularsi troppo. Tra i sintomi più comuni dell’ictus ischemico c’è un evidente deficit in un lato del corpo, con intorpidimento o formicolio. Comune è anche la difficoltà a parlare, disturbi nell’equilibrio, nella deglutizione, alla vista, forte mal di testa. Chiaramente, la forza dei sintomi è anche correlata alla sede del problema e all’estensione dello stesso a livello cerebrale.
Chi è più a rischio
Oggi, tuttavia, è un rischio che si può tenere sotto controllo con maggiore facilità, per cui ha un’incidenza piuttosto bassa. Resta più elevato il rischio per le gestanti che abbiano un’età superiore ai 35 anni. Ma, oltre alla predisposizione naturale, il rischio di ictus post partum è più probabile quando si sovrappongono altre condizioni.
Altri fattori di rischio sono legati allo stile di vita, all’aumento della pressione arteriosa, problemi di preeclampsia, sovrappeso, fumo di sigaretta, sedentarietà.
Ictus post partum prevenzione
Un modo per prevenire questa particolare problematica è quello di effettuare durante la gravidanza, oltre alle analisi del sangue di routine, anche altri esami specifici come quello per trombofilia, fatto attraverso un normale prelievo del sangue. Nel caso in cui vi sia il rischio trombofilico, bisognerà seguire una terapia, prima e dopo il parto, con anticoagulanti.
Va precisato, infatti, che attualmente, l’ictus post partum è una patologia piuttosto rara che colpisce per lo più i soggetti ad elevato rischio. Inoltre, la conoscenza del rischio e una particolare attenzione ai possibili sintomi, sono chiaramente gli strumenti utili per tenere sotto controllo gli eventuali pericoli.
Ictus ischemico conseguenze
L’ictus resta ad oggi una delle patologie più gravi e che, in alcuni casi, possono anche portare alla morte. In altri casi, l’ictus ischemico potrebbe comportare una disabilità importante e a lungo termine. Ciò che accade è la morte delle cellule nervose, lesione purtroppo irreversibile, pertanto, i deficit neurologici sono solitamente permanenti.
L’entità e la gravità degli stessi dipendono anche dall’età del paziente, ma soprattutto da quanto tempestivi possano essere i soccorsi. Se il paziente è tratto in maniera tempestiva, si può limitare il danno. Resta in ogni caso possibile il recupero parziale delle funzionalità del soggetto, seguendo con attenzione uno specifico percorso riabilitativo.