Ossitocina, l’ormone dell’amore: parto e gravidanza

Care donne, se vi avviate verso la fine della vostra gravidanza, è bene conoscere un grande alleato del parto: l’ossitocina!
Come certamente saprete, si tratta di un ormone molto importante per l’ultimo periodo della gestazione, ma anche per l’attività delle cellule dei dotti lattiferi delle mammelle.

Ossitocina

Nel linguaggio medico l’ossitocina è un ormone peptidico, ovvero costituito da composti di molecole e catene di amminoacidi con valori variabili. Si tratta di un ormone che stimola sia le contrazioni della muscolatura dell’utero sia la secrezione del latte dal seno.

L’ormone dell’amore

Molto probabilmente avrete sentito parlare dell’ossitocina anche come “ormone dell’amore“. Tale significato deriva dal fatto che, durante l’orgasmo, l’ormone è presente nel sangue a dei livelli cinque volte superiori rispetto al normale. Un gruppo di studiosi ne sta analizzando, da molti anni, i motivi e i benefici, e sembrerebbe addirittura che la combinazione tra questo ormone e altri ormoni (in particolare estrogeni e testosterone), potrebbe prevenire alcune forme di tumore.

Come farmaco

Quando un parto naturale ritarda, al fine di evitare complicazioni sia per la mamma che per il bambino, l’ossitocina può essere somministrata anche sotto forma di farmaco. In altre circostanze, come medicinale può essere utilizzato durante il travaglio, per rafforzare o regolarizzare le contrazioni. Generalmente, la somministrazione del farmaco avviene per via endovenosa. Recenti studi hanno portato alla luce alcuni benefici anche in relazione a diete alimentari o depressione. Quel che è certo è che, sotto molti punti di vista, l’ormone dellamore sia sinonimo di benessere.

Gli effetti collaterali

Come in ogni altro ambito della salute e della vita, anche un suo uso esagerato può avere effetti collaterali. Ipersensibilità all’ormone o sovraddosaggio potrebbero causare sofferenza fetale, asfissia o addirittura morte. Effetti minori, non necessariamente legati al parto, possono essere: cefalea, nausea, sonnolenza, dolore addominale, anoressia ed epilessia.

Il momento del parto

Cerchiamo di spiegare in modo più dettagliato il ruolo svolto dall’ossitocina durante il parto. In questo contesto vogliamo citare anche un’altra definizione di questo ormone, ovvero quella che lo indica come “ormone timido”. Ciò significa che, principalmente, la sua produzione può essere fortemente condizionata da cause esterne. Se tale produzione risulta regolare nel corpo di una donna, durante il travaglio, tutto può procedere in modo naturale. Al contrario, occorre inibire o aumentare l’attività dell’ormone nei casi in cui risulti necessario indurre un parto e/o proteggere il bambino da possibili rischi.

Nell’uomo

Non sono però solo le donne a godere o subire dei suoi effetti. Nell’uomo, infatti, questo ormone può aumentare il desiderio sessuale e aiutare nelle relazioni sociali, in termini di empatia, di una più efficiente funzionalità dell’encefalo, di una più profonda comprensione del prossimo e di un migliore rapporto con se stessi.

Vasopressina e ossitocina

Sorella dell’ossitocina è la vasopressina, altro ormone peptide, conosciuto anche come ormone antidiuretico. Le strutture dei due ormoni sono molto simili e, inoltre, il gene che li codifica si trova nello stesso cromosoma. La differenza tra ossitocina e vasopressina è funzionale: la vasopressina è, infatti, un potente antidiuretico, mentre l’ossitocina non ha questa proprietà. Tuttavia, anche alti livelli di vasopressina possono generare contrazioni dell’utero. In alcuni casi, però, specialmente quando la gravidanza non è ancora giunta al termine, un’eccessiva produzione dell’ormone antidiuretico potrebbe portare problemi abbastanza gravi.

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