Liquido amniotico: come riconoscere le perdite

Il liquido amniotico è il fluido che culla e protegge il feto nell’arco dei nove mesi di gravidanza. Nel corso della gestazione, attraverso l’ecografia è possibile stabilire se la sua quantità sia scarsa, eccessiva o nella norma. Cerchiamo di scoprire in che modo viene a formarsi e quali siano i suoi valori e composizione.

Liquido amniotico

Il liquido amniotico consente il regolare sviluppo del feto all’interno del grembo materno, lo protegge dai traumi e consente la sua crescita, mantenendo anche la giusta stabilità termica. In questo modo il feto svilupperà i polmoni, il tratto gastroenterico e il suo sistema muscolare e scheletrico. Inoltre, protegge il feto dalle infezioni e in qualche misura è una fonte di nutrimento per il bambino. La sua produzione è regolata dalla placenta, dalla pelle fetale, dal tratto urinario e da quello respiratorio. Durante il secondo e il terzo trimestre di gestazione gran parte di esso viene prodotto dal rene fetale.

Come si forma

Nella fase iniziale della gestazione, il liquido amniotico è prodotto dal corpo della madre. Si tratta fondamentalmente di plasma, la componente liquida del sangue materno, che dalla placenta si riversa nel sacco amniotico dove è racchiuso l’embrione (amnios e corion).

Composizione

La sua composizione si fonda su acqua ricca di sali minerali, proteine, cellule fetali. Contiene, inoltre, enzimi importanti per lo sviluppo del bambino. Alcuni di questi enzimi svolgono una funzione di protezione nei confronti del feto grazie alle loro proprietà antisettiche, contrastando eventuali infezioni, altri consentono il corretto funzionamento dei polmoni del bambino.

Valori

Il liquido amniotico aumenta la sua quantità sino al quinto mese di gravidanza, raggiungendo circa 800-1000 ml intorno alla 31 settimana. Successivamente la quantità diminuisce al volgere del termine della gravidanza. Si possono tenere sotto controllo il livello e la composizione attraverso un esame ecografico. L’AFI, acronimo di amniotic fluid index, indice di fluido amniotico di riferimento, verso la fine della gravidanza dovrebbe variare da 8 a 20 cm circa, con una media ottimale che si aggira intorno ai 10-12 cm.

Liquido amniotico scarso cause

Quando vi è poco liquido amniotico si parla di oligoidramnios. Le cause sono solitamente riconducibili a un’anormalità del tratto urinario, l’assenza dei reni, per cui la riduzione è già visibile intorno alla 18 o 20 settimana di gestazione, un’insufficienza della placenta con riduzione anche della crescita del feto oppure una rottura delle membrane con una perdita liquido amniotico.

Come aumentare il liquido amniotico

Quando è al di sotto dei valori normali si parla come già detto di oligoidramnios. Il fatto che sia di livello ridotto può comportare problemi durante la gravidanza ed è per questo importante che i livelli ritornino nella norma. Questo può avvenire attraverso cure farmacologiche. Sarà, inoltre, fondamentale eseguire alcuni esami per monitorare la salute del feto nel grembo. Alcuni medici indicano di ricorrere a iniezioni di liquido amniotico nel sacco mediante un ago, in modo da aumentarne la quantità. In questo modo è possibile anche valutare quale sia la ragione della sua riduzione. Si può provare, inoltre, a bere molta acqua, ma se questo non fosse sufficiente, potrebbe essere prescritta l’assunzione di liquidi per via endovenosa. In alternativa si potrebbe ricorrere all’amnioinfusione che utilizza un catetere attraverso il quale viene infuso il liquido nel sacco. Si garantisce in questo modo una maggiore protezione per il bambino e il cordone ombelicale.

Liquido amniotico abbondante cause

Quando, invece, vi è troppo liquido amniotico rispetto alla norma, si parla di poliidramnios. La causa primaria di tale situazione è la presenza del diabete gestazionale, legato anche a un eccessivo peso del bambino, probabilmente per via di un eccesso di zuccheri nel sangue fetale, per cui i suoi reni producono una maggior quantità di urine, che defluiscono nel sacco amniotico. Un’altra causa del liquido amniotico in eccesso potrebbe essere la presenza di anomalie cromosomiche o malformazioni anatomiche. Segue, tra le altre possibili cause, il manifestarsi di un’infezione quale la toxoplasmosi.

In questo caso sarà necessaria un’ecografia morfologica per valutare la presenza di un’eventuale malformazione nel bambino, ricorrere all’amniocentesi nel caso vi sia il sospetto di un’anomalia cromosomica, oppure basterà eseguire un esame del sangue per escludere la presenza di patologie virali. Una volta stabilita la causa alla base di tale aumento di liquido amniotico, si deciderà quale sia la terapia o soluzione migliore da adottare.

Perdite liquido amniotico

Le perdite di liquido amniotico sono il primo campanello d’allarme che indica che il parto è ormai vicino e quindi sono legate alla rottura delle acque. Quest’ultima può verificarsi prima del travaglio, per cui è necessario che la donna venga ricoverata e monitorata. Nel giro di 24 ore solitamente ha inizio il travaglio, ma se così non fosse, sarà necessario ricorrere all’induzione al parto.

Se la rottura del sacco è alta, la perdita di liquido amniotico sarà minima. In ogni caso, la soluzione più giusta è quella di recarsi in ospedale in modo tale che la situazione possa essere monitorata costantemente dal personale medico.

Liquido amniotico come riconoscerlo?

Il liquido amniotico è fondamentale per creare un ambiente sterile dove il nascituro possa svilupparsi e crescere lontano da ogni pericolo esterno. La rottura di questa forma di protezione, quindi la rottura delle acque e la perdita del liquido, espone il bambino al rischio di contrarre infezioni. E’ facile da riconoscere perché non si tratta di una piccola perdita, ma sarà una quantità tale da far pensare che il parto sia imminente.

Liquido amniotico colore?

In realtà non ha alcun colore. È, invece, caldo e inodore. Nel momento in cui si romperanno le acque e si verificherà la perdita di liquido amniotico non si avvertiranno dolori, poiché la membrana del sacco non presenta terminazioni nervose. Per capire se effettivamente si tratti della rottura delle acque e non una semplice perdita di liquido, si può fare la prova indossando degli assorbenti; se questi si bagnano velocemente si tratterà senza dubbio di liquido amniotico.

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