Rottura delle acque: sintomi, quantità, colore

La rottura delle acque porta al versamento del liquido amniotico ed è una preludio al parto. La definizione corretta di questo momento sarebbe, in termini medici, rottura delle membrane. Chiaramente avviene durante l’ultimo periodo della gravidanza, poiché indica l’inizio della fase del travaglio. La prima cosa che si avverte è una sensazione di bagnato.

Come riconoscere rottura delle acque

Non sempre è facile riconoscere la rottura delle acque, poiché spesso potrebbe essere asintomatica e portare in breve tempo alla fase di travaglio. Tuttavia, nel caso in cui la perdita liquido amniotico fosse superiore in quantità rispetto alle normali perdite vaginali, che si verificano costantemente durante tutto l’arco della gravidanza, allora probabilmente siete nella fase di travaglio, poiché è avvenuta la rottura del sacco amniotico. Se le perdite liquido amniotico fossero poco consistenti, allora non è il caso di allarmarsi e sarà sufficiente cambiare il salva slip. In ogni caso, bisognerà poi controllare costantemente il salvaslip o assorbente, in modo da poter capire se le perdite siano terminate oppure no. Laddove continuassero e fossero via via più abbondanti, allora sarà il caso di avvisare il medico e magari recarsi anche in ospedale poiché i tempi potrebbero essere davvero brevi per il parto.

Rottura delle acque quantità e colore

Nel caso in cui le membrane si siano rotte, è facile capire che si tratti della fase iniziale del travaglio, poiché la quantità di liquido amniotico è tale che far comprendere subito la situazione. Solitamente si tratta di una quantità più consistente delle solite perdite vaginali, tanto da dover richiedere un continuo cambio dell’assorbente. Inoltre, in questo caso la consistenza del liquido sarebbe più densa, privo di colore e di un qualche odore particolare.

Rottura delle acque sintomi

La rottura delle acque generalmente non si manifesta con alcun sintomo particolare che faccia pensare che sia giunto il momento del parto e che sarebbe opportuno andare in ospedale. Molto spesso accade anche che sia così indolore da non destare alcun allarme nella futura mamma. In altri casi, invece, le contrazioni diventano particolarmente forti e frequenti, distanziandosi di poco le une dalle altre.

Dalla rottura delle acque al parto

In seguito alla rotture delle acque comincia il momento del travaglio che, tuttavia, non ha gli stessi tempi in tutti i soggetti. Nella maggior parte dei casi, quando la donna sia già entro o anche oltre la 37esima settimana di gravidanza, il travaglio ha inizio nell’arco di 24 ore dopo l’avvenuta rottura delle membrane del sacco amniotico. Nel caso in cui il travaglio non avesse inizio nell’arco delle ore successive in maniera naturale, allora si provvederà a provocarlo in maniera non naturale poiché interverrà il medico per indurre la donna al parto. Il tutto verrà opportunamente seguito dal personale medico, che eseguirà anche continui tracciati per stabilire la regolarità del tutto e soprattutto tenere costantemente sotto controllo il battito cardiaco del bambino.

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