Quando i bambini cominciano a sognare hanno un sonno molto agitato, inoltre, muovono gambe e braccia e manifestano emozioni forti come tristezza o paura, piangendo e lamentandosi. TI sogni, tuttavia, giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo cognitivo dei bambini e per questo non vanno temuti.
Quando i bambini cominciano a sognare
I bambini cominciano a sognare fin da subito, quando ricevono i primi stimoli dal mondo esterno. Questo significa che un bambino sogna già in gravidanza, a partire dalle esperienze uditive e tattili che ha all’interno del grembo materno. Gli studi indicano anzi che un neonato sogna molto più di quanto lo faccia un adulto, anche se i suoi sogni sono più brevi e meno complessi.
Nei primi due anni di vita è impossibile ottenere dei resoconti, ma a giudicare dalle reazioni fisiche del bambino gli esperti ritengono che in questa fase i sogni siano delle semplici riproposizioni di esperienze quotidiane, come l’atto di succhiare il latte dal seno della madre. I sogni attivano nel cervello del bambino gli stessi schemi motori sperimentati durante la veglia, così da imprimerli nella memoria. In questo modo aiutano i bambini ad apprendere e a creare associazioni tra le varie esperienze.
A partire dai tre anni di età, i bambini cominciano a raccontare i propri sogni, che diventano anche più elaborati. I resoconti sono comunque brevi e possono mescolare realtà e fantasia. In questa fase non è raro che il bambino venga svegliato da un sogno, ma non si tratta quasi mai di sogni dal forte contenuto emotivo. Gli incubi appaiono più tardi, tra i cinque e i sette anni, ma per la maggior parte i sogni restano piacevoli. Tra gli incubi ricorrenti ci sono la paura di essere inseguiti o di non potersi muovere. È a questa età che i sogni diventano simili a quelli degli adulti e il bambino ne diventa sempre più consapevole e protagonista.