La sindrome di Hellp è una rischiosa complicanza della gestazione, ritenuta solitamente, come una variante della preeclampsia. In tale condizione, in fase avanzata di gestazione può verificarsi un aumento degli enzimi epatici e riduzione delle piastrine nel sangue.
Sindrome di Hellp
La sindrome di Hellp deve il suo nome al medico che per primo nel 1982 la individuò, Luis Weinstein. Si tratta di un acronimo che sta per H, emolisi, cioè rottura del globuli rossi, EL, enzimi epatici elevati, LP, è il conteggio piastrinico.
La sindrome di Hellp è una patologia piuttosto rara che, tuttavia, espone a un grave rischio sia la mamma sia il bambino. Si tratta di una variante della più nota preeclampsia che interessa circa il 15-20% delle donne in gravidanza. E’ il nome stesso che ne identifica quelli che sono i sintomi principali attraverso cui si manifesta. Infatti, si presenta con emolisi, con aumento degli enzimi epatici e un’importante riduzione delle piastrine o trombocitopeina.
Cause e sintomi
Tra le cause riconosciute nella sindrome di Hellp ci sono dei fattori di natura genetica, ma anche ambientale. Generalmente, questa patologia si manifesta intorno al terzo trimestre di gestazione, raramente si verifica prima. Vi è anche una percentuale molto ridotta di casi in cui si sia verificata dopo il parto.
Le donne colpite dalla sindrome di Hellp mostrano già una evidente ipertensione cui si associano altri sintomi evidenti, quali il dolore epigastrico, che solitamente, si avverte come un forte bruciore allo stomaco simile a una colica, forte emicrania, sensazione di nausea e vomito, difficoltà visiva.
Chiaramente, sono sintomi piuttosto comuni ad altre patologie, per cui difficilmente si individua subito il problema. Tuttavia, il vero campanello d’allarme potrebbe essere dato dai ridotti valori di piastrine e globuli rossi nel sangue. Il che, dopo altri esami, potrebbe far pensare alla sindrome di Hellp. Nei casi di diagnosi accertata, l’unico modo per contrastarla in tempo è quello di eseguire un parto indotto. Ciò è utile in quanto, la funzionalità del fegato della gestante in tali casi tende a peggiorare così come il suo stato di salute, chiaramente poi anche quello del bambino in grembo.
In termini di prevenzione, nei casi di sindrome di Hellp, è molto difficile stabilire una modalità precisa, poiché non sono ancora state accertate le cause alla base del problema. Tutto ciò che si possa fare, è sottoporsi a continue visite per tenere la situazione sotto controllo.
Sindrome di Hellp conseguenze
La sindrome di Hellp è rara, tanto che colpisce, in media, una gravidanza su mille e circa il 10% delle donne con preeclampsia o eclampsia. Il rischio che si ripresenta anche nelle gravidanze successiva mostra una percentuale pari al 5%. In caso di sindrome di Hellp, le conseguenze per la madre si ripercuotono sul fegato, così come sulla salute del bambino. Ecco perché si ricorre a un parto indotto. Durante la gestazione, molte donne con sindrome di Hellp richiedono una trasfusione di prodotto ematico, con globuli rossi, piastrine, plasma.
Possibilità di sopravvivenza
Nel caso di una donna affetta da sindrome di Hellp, c’è un elevato rischio che possa non sopravvivere in seguito a parto pre-termine, chiaramente dipende anche dallo sviluppo maturato in grembo dal bambino. Nel caso in cui, invece, non si riesca ad intervenire tempestivamente, per cui se il bambino resta nel ventre materno, anche in seguito alla nascita, se sopravvive, può presentare gravi problemi.
Sindrome di Hellp e seconda gravidanza
La sindrome di Hellp ha il rischio di ricorrere anche nelle gravidanze successive. In tal caso, seppure si parla di un rischio non eccessivamente alto in termini percentuali, potrebbe non limitarsi alla sola sindrome, ma potrebbe associarsi ad altre patologie come l’ipertensione e la pre-eclampsia. L’unico supporto utile per contrastare il rischio è quello di monitorare costantemente la funzionalità epatica e renale, la pressione e la coagulazione nella madre.
Come curare neonato con sindrome di Hellp
Poiché, ad oggi, restano ignote le cause effettive di tale sindrome, è difficile indicare una corretta linea di prevenzione da seguire. Tutto ciò che può essere d’aiuto è l’individuazione tempestiva della malattia per tenerla sotto controllo mediante un trattamento farmacologico e uno stile di vita adeguato, oltre chiaramente a regolare esercizio fisico e continue misurazioni della pressione del sangue e analisi ematologiche.