Quando di parla di autosvezzamento ci si riferisce al graduale passaggio, da parte del bambino, dall’alimentazione basata sul latte materno al cosiddetto cibo per adulti. Il presupposto di questa modalità di svezzamento è che il bambino debba segnalare in modo autonomo e naturale di essere pronto al passaggio sopramenzionato, senza imposizioni di alcun genere.
L’autosvezzamento
Dunque, l’input deve venire proprio dal vostro bebé! Infatti, a livello generale, un neonato, attorno ai sei mesi, inizia a interessarsi al cibo in modo spontaneo. Ciò significa che ne fa letteralmente richiesta. Vi sono degli specifici segnali che ci fanno comprendere che il bambino sia pronto! Innanzitutto, il piccolo dovrà smettere di tirare fuori la lingua, se stimolato sulle labbra. Stiamo parlando, ovviamente, del cosiddetto riflesso di estrusione, tipico dell’istinto alla poppata. Inoltre, il bambino dovrà quanto meno mostrare di essere in grado di star seduto da solo.
L’autosvezzamento, infatti, viene anche considerato come un momento importantissimo di vita familiare, in quanto il bambino è finalmente pronto per partecipare ai pasti con le stesse modalità degli altri componenti della famiglia, ovvero stando seduto a tavola. Quindi se vostro figlio inizia a dare questi segnali, è il momento giusto per procedere. I sei mesi di età sopramenzionati sono comunque indicativi. I segnali descritti, infatti, possono comparire anche a cinque mesi o persino a dieci.
L’autosvezzamento secondo Piermarini
Lucio Piermarini, pediatra ospedaliero e formatore presso il Consultorio Città Giardino di Terni, è uno dei più grandi sostenitori dell’autosvezzamento in Italia. E’, infatti, anche l’autore di uno dei più significativi testi sull’argomento, ovvero “Io mi svezzo da solo”, dialoghi sullo svezzamento pubblicato nel 2009.
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Le sue idee hanno praticamente rivoluzionato lo svezzamento, già a partire dalla fine degli anni Novanta. La tesi di Piermarini è, come abbiamo esposto sopra, che l’introduzione dei cibi solidi nell’alimentazione del bambino può essere un passaggio graduale guidato da vostro figlio in persona. Non vi è necessità, dunque, di cibi confezionati o di due diversi tipi di cucine in casa.
Vantaggi e svantaggi
Ma quali sono i pro e i contro? E’ probabile, care mamme, che questo quesito sorga spontaneo. Il primo evidente vantaggio, che molti sottovalutano, è che con questo metodo al bambino viene consentito di costruire un rapporto sano con il cibo. La scoperta, molto più dell’imposizione, aiuta i più piccoli ad auto-educarsi. E ciò vale anche per molti altri aspetti della vita di un bambino, non solo per l’alimentazione.
Tralasciando la comodità per una mamma di poter cucinare un pasto unico per tutti (seppur, chiaramente, con le dovute accortezze), l’altro vantaggio dell’autosvezzamento è a livello psicologico, ovvero è più specificatamente legato all’autonomia e all’autostima. Carenze e intolleranze alimentari sono, invece, i due elementi che preoccupano di più le mamme, di fronte alla possibilità di procedere con questo metodo. Ma le buone notizie ci sono anche in questo caso.
Un recente rapporto dell’Unicef ha categoricamente smentito una qualsiasi possibile associazione tra lo svezzamento e l’insorgere di allergie e intolleranze alimentari. Per quanto riguarda le carenze, è chiaro che la famiglia stessa dovrà adottare un’alimentazione sana. Per far sì che tutti ricevano il giusto apporto delle necessarie sostanze nutrienti.
Cosa far mangiare al neonato
Bene, vi siete convinte che un’alimentazione sana vada bene per tutti. Ma di che tipo? Cosa cucinare a un bambino e come? Partiamo dal presupposto che il latte rimane un alimento fondamentale per il piccolo, anche quando inizia lo svezzamento. E che non bisogna mai forzarlo. Premesso questo, vediamo gli alimenti più indicati. L’uovo e la carne sono due cibi fondamentali per l’apporto di proteine. E sfatiamo qui la leggenda metropolitana dell’uovo non digeribile! Non è vero. Per i bambini si tratta di un cibo leggero e gradevole. Anche il formaggio, il pesce e i cereali è bene che vengano introdotti presto nella dieta di vostro figlio. Per i condimenti sono indicati olio e parmigiano. Ricordiamo, infine, che fino ai dieci mesi un bimbo mangia almeno quattro volte al giorno. Due pasti a base di latte o derivati (come ad esempio lo yogurt) e due pasti “normali”.
Ricette con il bimby
In questo contesto vi potrebbe essere di grande aiuto il miracoloso Bimby. Ovvero il robot da cucina di ultima generazione che è in grado di pesare, tritare, sminuzzare, frullare, mescolare, impastare e cuocere, anche al vapore. E che poi si pulisce da solo!
Tra le ricette con il Bimby per i bebé segnaliamo la crema di verdure, la pappa di lattuga, la passata di pollo e anche la buonissima crema di prosciutto. Il web pullula di ricettari per questo macchinario e troverete senz’altro il piatto che manderà in visibilio il vostro piccolino.
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Libri sull’autosvezzamento
Infine, se siete delle neo-mamme meticolose e interessate, e volete saperne di più sull’autosvezzamento, vi segnaliamo alcune letture. Oltre al già citato “Io mi svezzo da solo”, vi consigliamo anche “Lascia che il tuo bimbo si svezzi da solo” di Gill Rapley e Tracey Murkett. Degno di nota è pure “La questione cibo”, un libro sul baby food e non solo di Andrea Re. A proposito di ricette, invece, potrete sbizzarrirvi con “Io mangio come voi”, 63 ricette gustose per mangiare bene da 6 mesi a 99 anni, scritto e pubblicato dall’Ospedale Burlo di Trieste.
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