Tumore all’endometrio

Il tumore all’endometrio è una delle forme tumorali, come anche i polipi all’utero, più frequenti tra le donne in Italia e nei Paesi sviluppati. Si presenta per lo più in soggetti in post-menopausa e in casi rari prima dei 40 anni. Solitamente, si tratta di un’iperplasia diagnosticata quando la malattia interessa solo il corpo uterino. L’indice di sopravvivenza è di circa del 75%, ma chiaramente è in relazione allo stadio della malattia.

Tumore all’endometrio sintomi

La maggioranza delle donne colpite da tumore all’utero manifesta sintomi che variano molto da soggetto a soggetto. I più comuni sono, tuttavia, forte dolore nell’area addominale o spesso anche gonfiore, sensazione di pressione, crampi, difficoltà a mangiare e senso di sazietà anche dopo un pasto leggero. A ciò si aggiunge senso di nausea, dissenteria, stipsi e maggiore frequenza ed esigenza di minzione, sanguinamento vaginale anomalo. Nel caso si verifichino questi sintomi, è consigliabile farsi prescrivere degli accertamenti per approfondire la situazione clinica.

In quanto tempo si sviluppa?

Il tumore all’endometrio si sviluppa nell’arco di un periodo piuttosto lungo, ma il primo segnale che non bisogna sottovalutare è quello di anomale perdite ematiche tra un ciclo e l’altro. Con maggiore frequenza si manifesta nelle donne che sono in postmenopausa, per cui il ciclo è terminato.

A che età

Il maggior numero di pazienti con iperplasia endometriale ha un’età superiore ai 50 anni, solo una piccola percentuale è al di sotto dei 40. Fare uno screening è chiaramente consigliato, sia per tutte le donne in post-menopausa, ma soprattutto per quei soggetti che manifestano perdite ematiche irregolari. Le pazienti sintomatiche dovrebbero eseguire subito lo screening. Le tecniche per valutare il carcinoma endometriale, tra cui l’ecografia transvaginale, sono prive di rischi e ben tollerate.

Tumore all’endometrio sopravvivenza

La possibilità di sopravvivenza a 5 anni per i soggetti con tumore all’endometrio è legata alla presenza di fattori specifici come l’interessamento dei linfonodi, il tipo di tumore, la positività delle cellule maligne, l’età della paziente. E’ in ogni caso possibile affermare che la sopravvivenza a 5 anni nei soggetti sottoposti a terapia chirurgica segue differenti stadi della malattia stessa. Molte pazienti, dopo il quinto anno, non hanno alcun segno clinico della malattia. Una piccola percentuale muore però dopo i cinque anni.

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