La sindrome di Asherman è una patologia caratterizzata dalla presenza di aderenze intrauterine, ovvero aderenze di tessuto cicatriziale all’interno della cavità uterina. Questo è solitamente una conseguenza di interventi a carico dell’utero al fine di asportare miomi o polipi, ma può anche essere causata dalla comparsa di infezioni.
SOMMARIO
Sindrome di Asherman sintomi
Uno dei sintomi più comuni della sindrome di Asherman vi è un ridotto flusso durante il ciclo mestruale fino al presentarsi dell’amenorrea. Molte donne evidenziano anche difficoltà di concepimento o aborti spontanei.
Diagnosi ed esami
Una diagnosi accurata della malattia può avvenire attraverso un esame ecografico transvaginale, oppure un’isteroscopia o isterosalpingografia. Attraverso l’ecografia sarà possibile analizzare la cavità interna dell’utero avvalendosi di ultrasuoni. Sarà, inoltre, opportuno analizzare l’endometrio durante la fase mestruale, per vedere come si comporta nel caso in cui si sospetti la sindrome di Asherman. L’isteroscopia consente, invece, di controllare le aderenze intrauterine valutandone il danno apportato all’endometrio e i possibili interventi al fine di trattare la patologia. Un altro esame clinico cui sottoporsi per verificare la presenza della sindrome Asherman vi è quello del sangue per controllare che non sia in atto un’infezione appunto da tubercolosi.
Le cure per la sindrome
Tra i trattamenti più comunemente prescritti per intervenire vi sono anzitutto quelli chirurgici. In tal modo è possibile rimuovere le aderenze oppure l’eventuale tessuto cicatriziale presente nella cavità uterina. Ci si avvale in questo caso dell’isteroscopia, un intervento non invasivo che per mezzo di una piccola fotocamera entra nell’utero dalla cervice. Una volta eliminato il tessuto cicatriziale, la cavità dovrà essere tenuta sotto controllo per scongiurare il ripresentarsi dello stesso problema. Generalmente si procede con l’inserimento di un palloncino nell’utero per permettere alla cavità di guarire. Bisognerà poi seguire una cura farmacologica e una terapia a base di estrogeni.
Corpi di Barr e sindrome di Asherman
Per corpo di Barr si intende il cromosoma X che si presenta in forma spiralizzata o inattivata all’interno della cellula non passando, in tal modo, i geni su di esso trascritti. Questo processo di spiralizzazione del cromosoma viene anche definito inattivazione e avviene durante la fase dello sviluppo dell’embrione. Il numero dei corpi di Barr è pari a quello del totale dei cromosomi X meno quello che viene inattivato. Alcune particolari patologie portano nell’uomo ad anomalie dette appunto cromosomiche. Tuttavia, la sindrome Asherman non sembra essere legata a tale disfunzione cromosomica.
Asherman sindrome e raschiamento
Molto spesso la sindrome di Asherman è una conseguenza data da una complicazione in seguito a raschiamento, per cui si viene a formare del tessuto cicatriziale all’interno dell’utero. Recenti studi riportano come il rischio della creazione di aderenze nell’utero dopo un raschiamento si verifichi nel 15% dei casi di donne che si siano sottoposte a tale intervento. La sindrome di Asherman deve, pertanto, essere curata con una particolare terapia a base di ormoni al fine di permettere la rigenerazione di tessuto sano all’interno dell’utero.
Sindrome di Asherman e gravidanza
La sindrome di Asherman spesso viene trattata con intervento chirurgico, ma non in tutti i casi. Si tratta in ogni caso di una patologia che non porta necessariamente all’infertilità. Se opportunamente curata permette a una donna di avere una gravidanza dopo essere guarita senza alcun problema, chiaramente il tutto deve essere valutato per ogni singolo caso, poiché potrebbero subentrare altri fattori che portano a una difficoltà o impossibilità di concepimento.